Daryl Zed torna in edicola: dopo 5 anni

Daryl Zed torna in edicola: dopo 5 anni

Chi ama Dylan Dog conosce il nome di Daryl Zed. Nato nel 1992 come alter ego immaginario dell’Indagatore dell’Incubo, è tornato alla ribalta nel 2020 con una miniserie a lui dedicata, scritta da Tito Faraci e disegnata da artisti del calibro di Nicola Mari, Angelo Stano, Werther Dell’Edera, con i colori di Sergio Algozzino.

La miniserie è uscita in sei albetti venduti solo in fumetteria e sul sito Bonelli, ma il volume che li raccoglieva, già stampato e pronto per l'edicola, non vide mai la luce. Fino a oggi.

📅 30 maggio 2025: segnatevi la data

Dopo cinque anni di attesa, polemiche e misteri editoriali, il volume Daryl Zed. Il cacciatore di mostri arriva finalmente in edicola. Ma non è una ristampa: si tratta della stessa edizione stampata nel 2020 e rimasta fino a oggi bloccata.

🔥 Una lettera di fuoco firmata Tiziano Sclavi

A sbloccare la situazione è stata una lunga riflessione del creatore di Dylan Dog, Tiziano Sclavi, che ha deciso di spiegare pubblicamente le ragioni del ritardo in una lettera aperta pubblicata il 21 maggio 2025. Nella sua dichiarazione, Sclavi rivela che il volume fu sospeso su sua richiesta, poiché il contenuto dell’albo, e in particolare il titolo "I mostri sono loro", andava contro la filosofia originale di Dylan Dog e al suo personale pensiero: per Dylan e Sclavi, infatti, i mostri siamo noi.

Non solo. Nella storia, Daryl Zed — che nella sua prima apparizione era una caricatura dell’inquisitore benpensante — si trasforma in un vero e proprio giustiziere, addirittura con una fugace (e controversa) comparsa dello stesso Dylan e dello "Sclavi fumettato", che pronuncia parole mai pensate dall’autore.

🎭 Un compromesso e rispetto per il lavoro altrui

Sclavi però, da sempre grande sostenitore della libertà espressiva e del lavoro degli altri autori, ha deciso di sbloccare la pubblicazione per tre motivi principali:

  1. Ha trovato un accordo con l’editore per salvaguardare la sua visione originale e il lavoro svolto dalla Bonelli.
  2. Non voleva che l’impegno di sceneggiatori e disegnatori — in primis Tito Faraci, che stima profondamente — restasse nell’ombra.
  3. Crede che il giudizio finale debba spettare ai lettori.

💬 Il pubblico avrà l’ultima parola

L’albo quindi esce così com’è, come era stato concepito nel 2020, e sarà il pubblico a decretare se questo nuovo Daryl Zed è un tradimento dello spirito originale o una provocazione creativa riuscita.

Una cosa è certa: la caccia ai mostri — e forse anche agli inquisitori — è riaperta.

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